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Dolce resistenza

Dolce resistenza Un articolo del giornale di strada zebra.

Un articolo sulla battaglia contro l'estrazione mineraria a Quinto. A pochi chilometri da Quito, la capitale dell’Ecuador, centinaia di famiglie stanno combattendo una battaglia poco nota: da più di 250 giorni la comunità della parrocchia rurale di Pacto manifesta pacificamente per difendere il proprio territorio dall’estrazione mineraria.

Testo: Cristina Fugatti

Foto: Christina Fugatti

Un articolo del giornale di strada zebra. del novembre 2021


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A pochi chilometri da Quito, la capitale dell’Ecuador, centinaia di famiglie stanno combattendo una battaglia poco nota: da più di 250 giorni la comunità della parrocchia rurale di Pacto manifesta pacificamente per difendere il proprio territorio dall’estrazione mineraria.

La comunità, composta principalmente da “campesinos”, agricoltori, promuove uno stile di vita sostenibile, lontano dall’estrazione mineraria, a favore della tutela dell’ambiente e della biodiversità. Molte famiglie, inoltre, da più di vent’anni si occupano della coltivazione della canna da zucchero e della produzione artigianale della Panela organica, destinata sia al mercato nazionale che a quello internazionale.


La parrocchia di Pacto si trova nella Riserva della Biosfera del Chocó Andino, un’area unica al mondo posta sotto tutela dall’UNESCO nel 2018. È un luogo dove la conservazione della biodiversità e l'attività umana si conciliano attraverso l'uso sostenibile delle risorse naturali. L’estensione di questa riserva raggiunge 286.805 ettari e i paesaggi sono tra i più vari: dalle brughiere del vulcano Pichincha, alla vegetazione secca e arbustiva nella valle del fiume Guayllabamba, fino alle foreste di mirti, cedri e metapalo ai piedi delle montagne. Queste aree sono l’habitat di numerose specie vegetali, uccelli e mammiferi tra cui il puma, l'orso dagli occhiali e l’olinguito. Nonostante ciò, a Pacto, secondo il catasto minerario vi sono 13 concessioni minerarie principalmente per l’esplorazione del territorio e l’estrazione dell’oro. Tra queste l’azienda ecuadoriana Melina Changó costituisce la principale fonte di preoccupazione degli abitanti. Le concessioni, infatti, sono state consegnate da parte dello Stato ecuadoriano senza consultazione ambientale o partecipazione della comunità locale. L’azienda opera illegalmente violando i diritti costituzionali, poiché non possiederebbe una licenza o un piano di gestione ambientale. Nonostante le numerose denunce, l'avanzata dell’attività estrattiva ha iniziato a contaminare i terreni, i fiumi e l’acqua con i quali i “campesinos” irrigano i loro campi. Se non verrà fermata al più presto, le famiglie perderanno la certificazione biologica richiesta per l’esportazione della Panela organica e dovranno arrendersi alle pressioni delle compagnie minerarie con devastanti danni sia a livello ambientale che sulla salute della società civile. Recentemente i membri della comunità, con il supporto della rete Anti-Miniera, hanno inviato una richiesta di Azione di Protezione con Misura Cautelare e di Riparazione e Restauro allo Stato ecuadoriano e alla società Melina Changó. Questa prevede la sospensione delle attività minerarie, la rimozione di materiale aurifero in custodia e la dichiarazione della violazione dei diritti costituzionali alla sicurezza giuridica, all'acqua, ai diritti umani e della natura. I campesinos, quindi, continuano a lottare per stili di vita e mezzi di sussistenza rispettosi della natura e della loro comunità. La scommessa è a favore della vita, per un Ecuador primo di miniere e metalli.

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