+39 0472 208 208   formazione@oew.org Lingua facile e semplice Alto contrasto Link sottolineati
Studiare la Terra per prevederne il futuro

Studiare la Terra per prevederne il futuro

Claudia Notarnicola è vicedirettrice dell’Istituto per l’Osservazione della Terra presso l’Eurac Research di Bolzano. Vincitrice del Women in Science Award 2020, insieme al suo team monitora e analizza i processi nella criosfera, nel ciclo dell’acqua e negli ecosistemi attraverso dati satellitari, modelli fisici e misurazioni sul campo.



Una carriera tra università, industria e ricerca
1° superiore/professionale 2° superiore/professionale 4° superiore/professionale 5° superiore/professionale 3° superiore/professionale

Già tra i banchi di scuola Claudia Notarnicola aveva mostrato una predilezione per le materie scientifiche. Alle superiori il colpo di fulmine con la fisica, disciplina che continuò ad approfondire all’Università degli studi di Bari, la sua città di origine. Da sempre affascinata dalla possibilità di trasformare un fenomeno naturale in qualcosa di quantificato, la scienziata trovò in questa materia lo strumento ideale, proprio perché “utilizza un linguaggio matematico per comprendere e spiegare i meccanismi naturali”.

Durante gli studi Notarnicola ha avuto la possibilità di avvicinarsi all’ambito dell’osservazione della Terra, quando, frequentando un indirizzo di studi sperimentale, entrò a fare parte di un gruppo che lavorava sulle immagini da satellite. “Da quel momento è subentrata la curiosità di imparare a utilizzare e sfruttare le potenzialità di quelli che trent’anni fa erano considerati strumenti nuovi”, afferma. Notarnicola intuisce che i satelliti le avrebbero consentito di “leggere” l’ambiente circostante e le avrebbero quindi permesso di comprendere i fenomeni naturali attraverso il suo lavoro. Dopo la laurea e il dottorato, lavorò in Università fino al conseguimento del post-dottorato. Già alla fine degli anni Novanta Notarnicola vide molti*e colleghi*e andare all’estero, dove le possibilità di carriera erano maggiori e, anche per questo, terminato il post-doc, si spostò a Milano per lavorare nel settore dell’industria aerospaziale, ambito “in cui si ha una maggiore attenzione allo sviluppo di progetti volti a realizzare prodotti e servizi che gli utenti e le istituzioni utilizzano poi per i loro scopi e dove l’aspetto di ricerca può essere più limitato.” Questo settore la mise di fronte a una maggiore pressione sui tempi e a progetti articolati e costosi, aspetti che in università difficilmente avrebbe sperimentato. Notarnicola afferma di aver fatto tesoro di ogni esperienza lavorativa dal punto di vista tecnico, ma ricorda con piacere soprattutto le relazioni con le persone con cui ha collaborato. “Il mio è un lavoro di team e una delle cose più importanti che ho imparato negli anni è superare gli ostacoli insieme ai*lle colleghi*e.” Nel 2008, spinta dall’esigenza di avere a disposizione una base per sviluppare le proprie idee, Notarnicola si trasferisce a Bolzano ed entra in Eurac Research in qualità di ricercatrice senior, per poi diventare vicedirettrice dell’Istituto per l’Osservazione della Terra nel 2012.

“I ghiacciai si sono ridotti notevolmente negli ultimi 40 anni.” “I ghiacciai si sono ridotti notevolmente negli ultimi 40 anni.”

Come sta la Terra?

“Insieme al team dell’Istituto elaboro i dati satellitari per ricavare informazioni sulle proprietà della superfice terrestre analizzata ed effettuo uscite e misurazioni sul campo per verificare i dati da satellite con quelli a terra”, racconta la fisica. Uno degli ambiti di lavoro dell’Istituto è l’osservazione della variazione dei ghiacciai e del manto nevoso nell’arco del tempo. Usando immagini acquisite a intervalli nel tempo, infatti, è possibile osservare i cambiamenti in atto. Notarnicola illustra che “per quanto riguarda i ghiacciai, confrontando le immagini satellitari a partire dagli anni Ottanta, si nota la loro riduzione nel corso degli ultimi quarant’anni”. I ghiacciai si sfaldano e il loro processo di arretramento e sparizione appare inarrestabile. Anche per quanto riguarda il manto nevoso la situazione non è incoraggiante. Nel 2020 Eurac Research ha pubblicato uno studio che ha osservato la neve sia a livello alpino che a livello globale in un arco di tempo che va dal 2000 al 2018. La ricerca mostra che a livello globale la quantità di neve è calata nel 78 percento, che sopra i 4000 metri i parametri osservati – tra i quali estensione della superficie nevosa, durata della neve, temperatura dell’aria – sono in peggioramento. “Questo studio ci ha mostrato che le Alpi presentano molta variabilità: alcuni anni si assiste a nevicate abbondanti, a cui magari ne seguono altri con scarsità di neve”, spiega Notarnicola, “e ci sono altre zone del mondo che in generale sono in condizioni peggiori, per esempio le Ande o l’Himalaya.” La vicedirettrice dell’Istituto ritiene fondamentale informare l’opinione pubblica rispetto al pericolo dei cambiamenti climatici utilizzando i canali più disparati – letteratura, divulgazione, arte - e pensa che oggi ci sia maggiore sensibilità rispetto a questa problematica, anche perché gli eventi estremi stanno diventando sempre più frequenti e ci si ritrova ad avere a che fare con questi fenomeni in prima persona. “Alcuni processi sono già stati innescati - l’aumento delle temperature e dell’anidride carbonica, per esempio - e per poterli ridurre bisogna lavorare su diversi livelli”, avverte la scienziata. Da un lato migliorando i comportamenti di consumo individuale, dall’altro con decisioni politiche di contrasto al cambiamento climatico. “Io sono ottimista, vedere che questo argomento è sempre più al centro del dibattito pubblico mi fa ben sperare. Certamente si può fare di più e il cambiamento di direzione deve iniziare ora per poter dare i primi frutti tra uno o due decenni.”

Donne nella scienza

A ispirare Notarnicola nel corso della sua formazione e della sua carriera scientifica sono le biografie che mostrano le difficoltà personali e professionali che gli*le scienziati*e devono superare nel corso della loro vita. Ultimamente ha rivisto “Il diritto di contare”, film che ripercorre la storia della matematica, scienziata e fisica afroamericana Katherine Johnson, in cui la questione razziale si interseca a quella femminile. Proprio la questione femminile sta molto a cuore alla vicedirettrice dell’Istituto per l’Osservazione della Terra, che nel 2020, si è aggiudicata il Women in Science Award 2020 “per la sua carriera scientifica straordinaria sviluppata in un ambito, quello della fisica aerospaziale, a forte prevalenza maschile”. Secondo i dati ISTAT, il numero delle ragazze che dopo le scuole superiori opta per le cosiddette materie STEM (acronimo inglese per scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) è in crescita, ma il divario di genere resiste. Nel 2019, infatti, solo il 16,2% delle donne aveva una laurea in una disciplina STEM, percentuale che toccava il 37,3% tra gli uomini. Notarnicola considera quindi il premio vinto due anni fa “necessario, perché accende i riflettori su questa questione e può indirizzare le nuove generazioni di donne a intraprendere un percorso scientifico.” In alcune interviste Notarnicola ha raccontato che quando partecipa a un convegno, specifica sempre di essere una dottoressa, dato che, in un ambiente a prevalenza maschile, in molte occasioni si era dato per scontato che “Notarnicola, PhD” fosse un uomo. La fisica dell’Eurac ritiene che sebbene alcuni miglioramenti ci siano stati, ci sia ancora molto da fare e, come per il contrasto ai cambiamenti climatici, anche questo sarà un processo lungo. “Forse tra un paio di generazioni si arriverà a un’effettiva parità di genere in ambito scientifico”, riflette Notarnicola, secondo la quale per cercare di colmare il gap esistente è necessario dare risalto alla Giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza sancita dalle Nazioni Unite (11 febbraio) e favorire programmi specifici per supportare i percorsi formativi delle ragazze. “I criteri per riuscire in una carriera scientifica non si fondano sul genere, sta però a noi cercare di abbattere i pregiudizi, affinché ognuno*a possa scegliere un percorso esclusivamente in base alle proprie inclinazioni, qualsiasi esse siano.

Per il futuro Notarnicola si augura di analizzare dati satellitari di serie temporali molto lunghe che permettano di fare previsioni sul futuro della nostra Terra e di continuare a lavorare in gruppo anche per contribuire allo sviluppo e alla carriera delle persone che hanno intrapreso questo percorso. A chi vorrebbe dedicarsi a una carriera scientifica, invece, consiglia di “non demordere e seguire le proprie passioni applicandosi con molta forza di volontà, proprio come ho fatto io.”

Argomenti correlati

Ai vostri posti, pronti, via!

I giochi che abbiamo inventato per l'Earth Overshoot Day non solo sono divertenti, ma ci insegnano un sacco di cose. Scopri di più!  

Un sacco di roba!

Foglio di lavoro

Come sono fatti i nostri vestiti e da dove vengono i componenti dei nostri cellulari? Uno sguardo dietro le catene di distribuzione globale.

I tesori della terra

Foglio di lavoro

Cos'è il Giorno del Sovrasfruttamento della Terra e cosa ha a che fare con la nostra vita quotidiana? Di quali risorse abbiamo bisogno e quali problemi e disuguaglianze sono causate dal consumo delle risorse?