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“Cerco di volermi bene”

“Cerco di volermi bene”

Arturo Arcangeli ci racconta la sua esperienza nella rubrica "auf der Straße". E' nato e cresciuto a Bolzano, città nella quale vive tuttora in un piccolo monolocale. Dalla fine degli anni ’70 agli anni ’90 ha girato mezza Europa vivendo per strada. Partiva da solo e faceva amicizia lungo il cammino.

Testo: Arturo Arcangeli 

Foto: Ludwig Thaltheimer, Georg Hofer

Un articolo del giornale di strada zebra. del dicembre/ gennaio 2019. 


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Sono nato e cresciuto a Bolzano, città nella quale vivo tuttora in un piccolo monolocale. Dalla fine degli anni ’70 agli anni ’90 ho girato mezza Europa vivendo per strada. Partivo da solo e facevo amicizia lungo il cammino.

Ho viaggiato in tutta Italia. Per un periodo ho frequentato gli hippie in Sardegna e sono stato con loro nella Valle della Luna, in Toscana mi sono avvicinato agli hare krishna e agli “arancioni”, i seguaci di Osho. In Europa ho vissuto per lunghi periodi a Vienna e a Berlino. Capitava che partissi con una destinazione in mente, poi il destino mi portava da un’altra parte. Una volta facevo autostop poco fuori Bolzano. Volevo raggiungere Vienna. Mi tirò su un camionista e mi disse “io non vado a Vienna, ma a Zwettl”. “Ok”, risposi e ho vissuto tre anni con lui e sua moglie lì, al confine con l’allora Cecoslovacchia, lavorando come giardiniere. Altri due anni li ho trascorsi girando in macchina con un mio amico. Partimmo dalla Val di Non con poca benzina e senza un soldo in tasca, nel bagagliaio la sua chitarra a 12 corde e il mio xilofono. Guadagnavamo quello che ci serviva per la benzina e il cibo suonando per strada. Abbiamo viaggiato così due anni. Era un’epoca molto “alternativa” e ci capitò anche di suonare in qualche locale al sud. Si dice che quelli erano bei tempi. Forse è così, la gente era più cordiale, non c’era l’indifferenza che avverto oggi. Di sicuro ero più giovane e ho vissuto per anni un’avventura che sembrava senza fine.
Poi è arrivata la malattia, il disagio psichico. Sono stato male per dieci anni. Non è una cosa di cui parlo spesso, perché vorrei dimenticare quel periodo della mia vita. Allora sentivo che la gente non mi lasciava in pace, così andavo da loro e cercavo il conflitto. Probabilmente non volevo affrontare i miei problemi e mi isolavo. Per me esistono due tipi di solitudine: quella “forzata” e quella “voluta”. Quella voluta è una solitudine riflessiva e di per sé positiva, quella “forzata” porta al conflitto. Io vivevo una solitudine di quel tipo, stavo male e non volevo nessuno accanto. Dico sempre che in quelli anni ero “incastrato” dentro me stesso.
Adesso sto molto meglio. In mezzo alle batoste della vita cerco di aggrapparmi alle cose positive che mi stanno intorno. Uscirne è stato un percorso lungo e ho scoperto di avere tanta forza interiore.
In parte mi hanno aiutato la medicina e la fede. Sono molto credente. In passato no, ne ho combinate così tante tra droga e crimini ma oggi ho tagliato i ponti con certi giri e ringrazio il Signore ogni mattina. Un ruolo importante lo ha avuto anche il mio cane, Pluto. È con me da 15 anni e mi aiuta tantissimo. La mattina usciamo a passeggio molto presto, verso le 3 o le 4. Mi piace la notte, possiamo camminare tranquillamente, respirare la quiete prima del risveglio della città.
La mia quotidianità è fatta di cose semplici, vivo in un monolocale e ho una piccola pensione. Dipingo e ho fatto alcune piccole mostre a Bolzano. Attraverso i quadri riesco a esprimere quello che la mia anima sente in un preciso momento. In questo periodo sto dipingendo paesaggi astratti. Quando stavo ancora affinando la mia tecnica, regalavo i miei quadri, ora riesco a venderne qualcuno. In futuro resterò a vivere a Bolzano, magari prenderò un altro cagnolino. Vorrei trovare l’amore, non solo inteso come amore verso un’altra persona, ma soprattutto verso me stesso. Cerco di volermi bene. Ancora non mi curo bene come vorrei e casa mia non è ordinata come mi piacerebbe. Faccio dei progressi, ma con i miei tempi.

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